Archivi giornalieri: 9 Luglio 2015

Kingsland Blues

 

 A John Ray Cash

 

Il sangue del tuo stesso sangue
tra le braccia sporche e sudate di tuo padre,
il caldo insopportabile nei campi di cotone dell’Arkansas
dove piegavi l’esile schiena di ragazzino
sognando una chitarra blu con la tracolla marrone
per dare suono a quelle parole
che già ti venivano fuori dal cuore indurito
dalla fatica e dal dolore.
 
E intanto il treno continuava a correre rotolando in curva
e tu ci salisti, senza pensarci due volte.
Memphis, Tennessee, e poi chissà,
lontano dalla piccola casa di Dyess,
dalla tua canna da pesca e dal ricordo di Jack,
dalla luna sul Mississipi
e dalla colpa che credevi di avere,
dall’amore che non ricevesti mai.
Inseguendo quelle maledette pastiglie bianche,
la bocca piccola e i capelli bruni di June,
per le arenas e le prigioni degli stati del Sud,
la tua voce bassa e potente
spiattellò senza controllo la libertà della miseria
di chi ha solo una 44 Magnum e un paio di tiri di coca,
poche lacrime quando le luci hanno perso il loro splendore
o una bottiglia vuota che qualcun altro ha bevuto per sbronzarsi.
La chitarra blu con la tracolla marrone imbracciata come un fucile,
il sorriso ammiccante e l’impermeabile nero,
il microfono acceso, il pubblico urla applaudendo,
“Hello, I’m Johnny Cash!”.

 

Johnny-Cash-nuovo-album-inedito (1)

 

 

Innamorarsi

 

Alla fine penso sia abbastanza semplice il teorema. Quando stiamo per innamorarci di qualcuno chiediamoci, prima che sia troppo tardi, se c’è un buco che dobbiamo riempire, e se scopriamo che c’è ebbene andiamoci dentro a questo buco. Senza aver paura. Bisogna prima fare amicizia coi nostri buchi e le nostre falle. E bisogna farlo bene e crederci anche. Mettere gomma intorno al rame, rivestire le prese, nessuno dovrebbe prendere la scossa quando ci lasciamo sfiorare. E se qualcuno ancora si fa male, ahimè, be’, significa solo che dobbiamo continuare a lavorare. Duramente. Giorno e notte. Noi siamo il nostro termometro, la nostra aspirina, il nostro panno bagnato, il nostro cotone imbevuto d’alcol. E poi, alle brutte, ci sarà sempre un amico.

Patrick Gentile

 

ff8d2a39-ff54-4a28-87a3-02032599e024