Come si scrive un romanzo

 

Quando decido di scrivere una storia non mi muovo mai alla cieca. Ma stabilisco il punto di arrivo prima ancora di cominciare. Il punto di arrivo è all’origine del progetto. Ciò per cui si può iniziare. Poi adotto un lettore implicito, qualcuno che deve essere testimone e complice della mia espressione. Dopodiché stabilisco i tempi narrativi. Come una partitura musicale: adagio, oppure allegro, oppure allegretto, e così via. E poi butto giù e poi sovrascrivo, come se stessi tessendo una maglia. Avanti e indietro. Non linearmente da un punto A a un punto B, ma a spirale, dall’esterno all’interno e viceversa, occupandomi dei capitoli iniziali e di quelli finali nello stesso identico momento. Come se stessi impastando una torta. Le cose devono amalgamarsi tra loro e perché la torta sia poi commestibile devono amalgamarsi tutte insieme.

Patrick Gentile

 

lettera

 

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