Da ragazzi

 

Da ragazzi ci si concede il tempo, il domani. Per rimediare alle sviste, correggere il tiro. Per riparare agli errori, smarcare gli abbagli. Ci si dà una seconda possibilità, e una terza anche, una quarta, una quinta. Ci si dà spazio. Davvero tanto spazio. Per far funzionare quel che era incominciato male, fra le note dolenti, i tradimenti, i pugni e le pedate. Si aspetta. Da ragazzi si può aspettare. Sui muretti. Nei cortili. Davanti a una porta chiusa. Soli. Di domenica. Fradici. E furtivi anche. Nell’erba. Si può aspettare. Che arrivi, poi passi. E dopo, dopo non si aspetta più. Dopo è andata. Il tempo clamorosamente scaduto. Ci si abbandona al primo no, al primo graffio, al primo dissenso, ancor prima.
Restano questi cigli di strada brancolanti di adulti scaraventati fuori da auto in corsa, resta un gran mucchio di giovani vecchi adulti azzoppati.

Patrick Gentile

 

domani-ok

 

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