Epitalamio

 

(Te e i Pink Floyd)

 

 

Ormai ti conosco.
A memoria.
Eppure, ogni volta che ti vedo
resto obnubilato
dall’esondazione di grandezza
che trasuda da ogni stilla,
non meno divina,
di te.
Sei qualcosa di prodigioso
e oltremodo sublime.
È evidente che su di te
sia caduta una supernova
di irradiante e traboccante meraviglia.
Con te è tutto troppo grande
e troppo indefinito.
Tra due o tre secoli
potrei ancora guardarti
con tutta la misterica deferenza
con cui oggi ammiro
un’opera d’arte in un museo.
Non sei neanche più solo bellezza:
sei porta della percezione
che ogni volta varco,
tra drammi onirici
e agnizioni brutali.
Sei l’universo altro
che si scompone e ricompone
disegnando sciarade sfuggenti.
Sei la perfezione.
Punto.

 

 

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