La partita

 

Bisogna trovare il coraggio di ricredersi. Tornare sui propri passi. Suonare al campanello. Sconveniente, è vero. È solo che quando si va via è più facile. Ma dentro lo senti. Lo avverti che la partita non si è mai conclusa. Che gli altri hanno continuato comunque a giocare. Anche senza di te. E che stanno bene, pure se ti eri suicidato credendo che si sarebbero fermati. Invece no.
E allora va bene tirare le tende. Va bene far finta di niente. Ingozzarsi e poi correre alla toilette a vomitare. Ma poi dovevi restare. Non ce la facevi, okay, lo abbiamo capito. Eri smembrato come una volpe investita sul ciglio del bosco. Ma ora ti sei leccato le ferite abbastanza. Ti abbiamo riaperto, e sì che era sprangato. Adesso sta a te. O salti su dalla panchina e torni in campo a giocare con noi, oppure… Be’, oppure vaffanculo.

Patrick Gentile

 

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