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La Guerra fredda

 

 

AREE DI APERTO CONFLITTO DURANTE LA GUERRA FREDDA: IL PONTE AEREO DI BERLINO E LA DIVISIONE DELLA COREA

Alla fine della Seconda guerra mondiale, Berlino rappresentava il punto caldo della questione tedesca. La stessa Germania era divisa nei due blocchi, rappresentativi delle due opposte ideologie: la Germania occidentale, la cui ripresa si basava sull’economia di mercato, e la Germania orientale, sede di alcuni dei più importanti centri industriali tedeschi prebellici e paese più avanzato dell’area economica socialista, fonte di tecnologie e capacità professionali, utili per tutto il sistema. Berlino, localizzata nella Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est), risultava divisa in quattro zone, occupate una dall’URSS (Berlino Est) e le altre, site nella ponte-aereo-berlino-ovestBerlino Ovest, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dagli USA. Berlino Est diventò la capitale della Repubblica Democratica Tedesca, mentre Berlino Ovest, derivante dall’unione tra le zone occupate dalle forze occidentali, rappresentava un’appendice della Repubblica Federale Tedesca. Per raggiungere Berlino, dalla Germania occidentale, era necessario percorrere una strada che attraversava il territorio della Germania orientale. Il maggio del 1948 segnò l’inizio del blocco di Berlino, che durò circa un anno. Tale blocco fu esercitato dalla potenza sovietica, che controllava il movimento stradale e ferroviario di persone e di beni. Il ritiro occidentale da Berlino, tuttavia, sarebbe stato interpretato dal mondo come un segno di estrema debolezza. Per questo, gli Stati Uniti, sfoggiando la loro superiorità aerea e dimostrando l’inutilità della strategia sovietica, rifornivano Berlino Ovest con aiuti e merci aviotrasportati (ponte aereo). Il ponte aereo non fu ostacolato dall’URSS: se ciò fosse accaduto, ne sarebbe potuto nascere un incidente che avrebbe potuto aprire la strada alla Terza guerra mondiale. Fortunatamente, i contatti tra le due parti e i tentativi per risolvere la crisi non si interruppero e il ponte aereo risultò un completo successo, tecnico e psicologico, per l’Occidente, concludendosi, dopo oltre un anno, con una evidente sconfitta dei sovietici. L’impegno americano, per di più, avvantaggiò i partiti democratici, che ottennero importanti vittorie elettorali nella Germania occidentale.muro-di-berlino-caduta-picconate Negli anni a seguire, la città rimase il punto di massimo attrito tra i due blocchi e rappresentò, per gli abitanti della Germania orientale e degli altri Paesi del blocco sovietico, la porta d’ingresso verso l’Europa occidentale. L’afflusso di milioni di lavoratori, spesso altamente qualificati, dall’Est, divenne, durante gli anni ’50, motivo di sviluppo economico per la Germania occidentale e di preoccupazione per l’URSS e per tutti i Paesi satelliti. Nel 1961, la Repubblica Democratica Tedesca, per chiudere le proprie frontiere verso l’Ovest, eresse un muro che attraversava Berlino, ponendo fine, in tale maniera, al deflusso di profughi. Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il governo della Germania Est annunciò che le visite a Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell’Est si arrampicò sul muro, superandolo, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest. La caduta del muro di Berlino aprì la strada alla riunificazione tedesca che, formalmente, si concluse il 3 ottobre 1990.

Nel secondo dopoguerra, la penisola coreana fu suddivisa tra i due blocchi, lungo il confine artificioso del 38° parallelo, in Corea del Nord, socialista, e in Corea del Sud, filoamericana. Le due parti risultarono contrapposte, in quanto, la Corea del Nord auspicava a riunificare il Paese, mentre, la Corea del Sud mirava ad una divisione, a tempo indeterminato. Il 25 giugno 1950, l43-101123124801_mediumun contingente militare della Corea del Nord passò la frontiera e occupò tutto il territorio meridionale. Alle Nazioni Unite tale azione fu fatta passare, da parte degli USA, come un tentativo di aggressione, comportando l’intervento delle truppe ONU. Una volta respinte le truppe del Nord, oltre il 38° parallelo, le forze americane e dell’ONU oltrepassarono esse stesse la frontiera, raggiungendo quella cinese. L’intervento diretto in guerra delle truppe cinesi generò una divisione nel campo occidentale: uno schieramento favorevole al proseguimento del conflitto, l’altro al ripristino della situazione originaria. La guerra si protrasse per diversi anni, fino all’armistizio che, nel 1953, ristabilì i confini tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, fissati nel 1945. La guerra di Corea è stato il primo conflitto dell’era atomica, ma anche la prima guerra in cui gli statunitensi non risultarono vincitori. Da quel momento, nel continente asiatico e in quello europeo, si fissarono confini stabili tra i due blocchi. Negli Stati Uniti la lezione della Corea fu interpretata come la prova dell’aggressività dei comunisti e come dimostrazione delle difficoltà di una soluzione di forza. In tutto l’Occidente si aprì il dibattito tra i sostenitori di una linea di contenimento e quelli di una più decisa offensiva politica e militare contro l’URSS.

 

 

Tangerine Dream

 

Tra i fautori della “musica cosmica”, nata come costola del krautrock tedesco, i Tangerine Dream, con le loro opere surreali e visionarie, hanno rivoluzionato l’elettronica, aprendo la strada al pop elettronico degli anni ‘80 e anticipando di un paio di decenni la new age. I Tangerine Dream possono ambire al titolo di massimi rappresentanti della kosmische musik, scena compostatangerinedreampressefoto2 da musicisti dalle eccezionali doti tecniche, spesso con un background di musica classica alle spalle, che riuscirono, grazie alle loro sperimentazioni senza confini, a indicare una nuova strada nell’utilizzo di tastiere e sintetizzatori, aggiornando la lezione dei Pink Floyd e portandola verso nuovi territori ancora inesplorati. La band nasce a Berlino nel 1966, ad opera del chitarrista Edgar Froese, già membro di una band psichedelica sulla falsa riga dei Pink Floyd. Ma Froese vuole di più, non vuole essere una copia di quanto già fatto. Vuole andare oltre, vuole osare e sperimentare sempre nuovi suoni. Resosi conto che con i musicisti della sua band ciò non è possibile, abbandona il progetto e cerca menti folli come la sua. Rispondono all’appello il batterista e percussionista Klaus Schulze, destinato, poi, a una brillante carriera solista, e il tastierista Conrad Schnitzler. E’ questo il nucleo originario del gruppo, il folle trio che dà vita a “Electronic Meditation“, Ohr, 1970 (ascolta), un disco che rielabora e aggiorna, in chiave ancora più dilatata, le prime intuizioni floydiane, pur non disdegnando la psichedelia dei connazionali Amon Düül (leggi articolo). Un disco rivoluzionario per l’epoca, in cui la fanno da padrone chitarre distorte, percussioni africane, organi possenti e rumori catturati in ogni dove, anche da oggetti domestici, registrati e poi immessi casualmente nel disco. “Electronic Meditation è, a tutti gli effetti, lo stato embrionale della musica cosmica. La collaborazione con Schulze e Schnitzler finisce, però, poco dopo. Il primo intraprende la carriera solista, che lo incoronerà come mago indiscusso dell’elettronica; il secondo diventerà, poi, membro di un’apprezzatissima band: i Cluster. Col secondo disco, “Alpha Centauri“, Ohr, 1971 (ascolta), viene ufficialmente coniata dalla stampa la definizione di musica cosmica. E’ un disco improvvisato ma si spinge ben oltre la tradizione psichedelica. Inizia a farsi massicio l’uso di synth ed elettronica e il risultato è quanto mai suggestivo. La complessa title track è proprio il manifesto di questo nuovo modo di fare musica. Si tratta di un’elettronica astrale, quasi del tutto priva di ritmo, stravolta da synth, riverberi e frasi di flauto sparse qua e là. Dopo “Alpha 81bqTTgCTiL._SL1500_Centauri“, i Tangerine Dream lasciano per sempre in soffita i tradizionali strumenti del rock per darsi a un’elettronica totale. Nasce, così, “Zeit“, Ohr, 1972 (copertina a sinistra) e firmato, oltre che da Froese, da Christopher Franke e Peter Baumann, che hanno ufficialmente sostituito Klaus Schulze e Conrad Schnitzler. “Zeit” (ascolta) è la loro opera più significativa e ha un preciso scopo: portare in musica la bellezza delle arti visive attraverso viaggi spaziali. Il tutto si traduce in una serie di suite, spesso frutto d’improvvisazione, nello stile del rock psichedelico, ma anche del free jazz e della musica d’avanguardia. “Zeit” è un vero e proprio trip elettronico, dove l’ascoltatore si trova immediatamente avvolto in un vortice di echi, dissonanze, riverberi, rumori e distorsioni elettroniche, sospeso in trance, nel vuoto dello spazio e nell’assenza totale di ritmo. La musica del disco è teutonica, oscura e mistica, una lunga sinfonia in quattro movimenti, all’insegna delle più spericolate sperimentazioni elettroniche. “Birth of liquid Plejades” (ascolta) è una ouverture piuttosto tetra, quasi minacciosa, che si apre con un quartetto di violoncelli cui fa seguito, nella seconda parte del movimento, una sorta di suono liquido e astratto, tangerinedreammisterioso e inafferrabile. Dopo circa un quarto d’ora di trance nello spazio, prende forma la terza parte del movimento, in cui dominano incontrastate una serie di dissonanze, che fluttuano libere in un suono astratto di moog. L’idea è quella di un viaggio interstellare, dove corrono libere note maestose e suoni al rallentatore. Segue “Nebulous dawn” (ascolta), dall’atmosfera astratta e magica, che sembra quasi trasportare l’ascoltatore in una dimensione parallela eterea e impalpabile. Poi, “Origin of supernatural probabilities” (ascolta), anch’essa rarefatta, dall’atmosfera tremendamente fragile. Il preludio è un silenzio inquietante, che tiene sulle spine, appena interrotto da qualche accordo di chitarra sommesso, poi, si parte per il viaggio, un viaggio allucinante, con pulsazioni sintetiche e rumori cosmici, prodotti dai generatori di Froese. Il disco chiude in grande stile con la title track “Zeit” (ascolta), un brano dall’atmosfera drammatica, ambiziosissimo e pretenzioso, impressionante nella sua immensa grandezza. “Zeit” è anche il momento più dark del disco, un concentrato di sonorità aspre e cupe, di venti stellari e tempeste cosmiche, una musica che sembra spedire dritti su Marte, con un biglietto di sola andata. Dopo “Zeit”, la carriera della band continua fino ai giorni nostri, interrompendosi, a causa della morte di Froese, nel 2015. L’ultimo disco contenente le sonorità del “primo corso”, ovvero quella musica cosmica che ha fatto viaggiare le generazioni anni ‘70, è “Hyperborea“, Virgin, 1983 (ascolta). Dal successivo “Le Parc“, Jive Records, 1985 (ascolta), si è tangerine-dream-51abd45d4b259vista una sorta di variazione nel sound della band, che ha portato i Tangerine Dream a divenire un gruppo new age, di cui possono essere considerati senza dubbio gli antesignani. “Zeit” rimarrà il loro capolavoro, un disco importantissimo per lo sviluppo dell’elettronica e per tutta la successiva stagione new age. Un disco epocale che dovrebbe essere presente sugli scaffali di tutti gli intenditori di musica, un disco che, per l’epoca in cui è stato concepito, è andato semplicemente oltre. Un disco da ascoltare per evadere dalle angosce e dalle prigioni interiori. L’unica nota negativa: terminata la musica, si ritorna nel mondo reale, con tutti i sui problemi e tutte le sue noie.

Pier Luigi Tizzano