Archivio mensile:Maggio 2016

Io ho la forza di ripartorirti di nuovo, se necessario!

 

 

Lei è mia madre.
Oggi è il suo compleanno.
Anche questa foto venne scattata il giorno del suo compleanno.
Anche in questa foto si vede quanto siamo diverse.
Io ridevo sempre. Anche lei rideva. E con in capelli lunghi e ricci era bellissima.
A scattare la foto con la mitica Polaroid che stampava subito c’era mio padre. Che era fissato per queste cose.
Lei non lo sapeva, ma dopo qualche anno saremmo rimaste sole.
Lei a pagare il mutuo di una casa appena acquistata.
Io a fingere la normalità per tornare a scuola. E a cercare di farmi andare bene le cose che erano successe, senza pensarci.
Io e lei, perchè altre persone non c’erano.
Una sera, dopo molti mesi dall’accaduto, mi accorsi che lei metteva chiavi, chiavistello e due sedie all’interno dietro la porta di casa.
Le dissi: “Ma che fai? Se torna Papà come entra?”.
Lei mi prese per mano e tutta la notte parlammo sul lettone.
E mi raccontò quello che io avevo rimosso.
Non sarebbe mai tornato, ma potevamo tenerne viva la memoria con le foto, un filmino. Potevamo parlarne. Potevamo andare a trovarlo, fare pic nic sul prato dove era l’ulivo che avremmo piantato. E io avrei potuto prendere la patente e portare la sua macchina. E molte altre cose. Ma non lo avremmo più visto. No.
Su questo punto doveva essere chiara, dura. E lo fu.

E questo scricciolo di donna è dura anche oggi, quando mi dice:
“Io ho la forza di ripartorirti di nuovo, se necessario!”.

Oggi è il compleanno di mia madre.
Ma lei è andata al funerale della cugina.
L’ultima foglia leggera e delicata della sua famiglia d’origine.
Le ho prestato una mia maglietta rossa.
Come è rossa la maglietta che ho io in questa foto.
Io non abbraccio mai mia madre.
Non so farlo.
Per questo, oggi, le ho dato una mia maglietta.

Novella Settimi

 

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In questi pochi righi c’è l’essenza di quello che sono Donne. Istinto, forza, dolcezza. Queste parole sono un compendio della storia universale, della storia del mondo. Ho scritto spesso che il cuore di una donna contiene la storia del mondo. Leggendo, ne ho avuto una ulteriore e inconfutabile prova. Vi ho letto la storia omerica dell’animo umano e quella shakespeariana delle passioni umane. Mi piacerebbe davvero conoscerle queste due eroine della letteratura dell’animo e delle passioni, non fosse altro che per guardare Novella mentre la madre le ripete: “Io ho la forza di ripartorirti di nuovo, se necessario!”. Questa frase risuona potente come le prime quattro battute della “Quinta” di Beethoven. Mi ha spiazzato. Mi ha esaltato. Ma, soprattutto, mi ha fatto capire che mai e mai parole di un uomo potranno definire ciò che sono le Donne. Forse, la poesia è l’unico sforzo che un uomo possa compiere per cercare di rappresentarle!

 

 

Ogni singola giornata

 

 

Per arrivare indenne in fondo alla giornata, ogni singola giornata, dico, devo assicurarmi almeno un momento in cui la mia vita, il mio personaggio, starebbero ottimamente in un film degli anni settanta, qualcosa come “Harold And Maude”, o “Zabriskie Point”, o “Easy Rider”, o The Strawberry Statement”. I film sulla contestazione sono quelli in cui meglio si inscrive il mio pensare attuale, il mio sentire, il mio rifiutare.

Patrick Gentile

 

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21 maggio 2016. Massa Lubrense. Sala delle Sirene

 

 

Organizzato dal Forum dei Giovani di Massa Lubrense, presieduto da Giovanna Savarese, nell’ambito della Giornata Nazionale dello Sport del 5 giugno, presso la Sala delle Sirene del Palazzo Municipale, in Largo Vescovado, a Massa Lubrense, sabato 21 maggio, alle ore 18.30, si è tenuto il convegno, “Lo Sport è… Vita”. L’evento, primo di tre giornate dedicate allo sport, è stato aperto dai saluti del consigliere delegato alle Politiche Giovanili Marco Mosca. Ha moderato il dibattito Riccardo Piroddi. Sono intervenuti, in qualità di relatori, Gennaro Amitrano, fisioterapista, Nadia Cacace, psicologa e psicoterapeuta, e Gaia Anniballi, dietista.

 

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Violetta Elvin, étoile della danza di fama mondiale, firma l’autorizzazione alla pubblicazione di “Dance The Love – Una Stella a Vico Equense”, terzo e ultimo romanzo de “La Trilogia Sorrentina” di Raffaele Lauro

 

 

Violetta Elvin, nata Prokhorova e vedova di Fernando Savarese, ha firmato, a Vico Equense, Palazzo Savarese, insieme con il figlio Antonio Vasilij Savarese, nelle mani di Riccardo Piroddi, l’autorizzazione alla pubblicazione del romanzo “Dance The Love – Una stella a Vico Equense”, il terzo e ultimo romanzo de “La Trilogia Sorrentina” di Raffaele Lauro, edito dalla GoldenGate Edizioni. L’Autore, per questo lavoro, si è avvalso della consulenza di Antonio Vasilij Savarese, Salvatore Ferraro, Antonio Cioffi e Riccardo Piroddi. La nuova e attesissima opera dello scrittore sorrentino sarà presentata a Vico Equense, in anteprima nazionale, a fine luglio 2016, nell’ambito del Social World Film Festival 2016, la Mostra Internazionale del Cinema Sociale, diretta dal regista Giuseppe Alessio Nuzzo, con una serata di gala, in onore della grande danzatrice russa. Dopo Vico Equense, il libro sarà presentato a Meta, a Piano di Sorrento, a Sorrento, a Massa Lubrense, a Positano, a Capri e a Roma, nella storica location cinquecentesca del Casale di San Pio V, nuova e prestigiosa sede della Link Campus University di Roma, in attesa delle programmate tappe di Londra e di Mosca.

 

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Felicità

 

 

È come se non guardassi più ai dettagli, ai particolari. Lo facevo un tempo. Quando ero immaturo. Adesso anelo alla totalità. Al più ampio spettro. All’apertura massima del solco in cui mi trovo. Dopotutto quale altro scopo dovrebbe avere un uomo abbandonato su questo pianeta che non sia la felicità? Davvero, ditemelo voi. Ditemi se non si dovrebbe vivere puntando esclusivamente a questo. Non a inseguire la felicità. Ma a farne la nostra più meritoria e duratura ragion d’essere.

Patrick Gentile

 

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Umanità

 

 

Certo, trovare qualcuno da amare e che sia anche disposto ad amarci è impresa titanica. Solo, credo che a nessuna persona dovrebbe mai mancare qualcuno da abbracciare, da baciare, con cui star sdraiati e nudi. Non serve essere innamorati. Serve umanità.

Patrick Gentile

 

 

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In la minore

 

 

Vivo la vita quasi costantemente in la minore. Il la minore è il suono che faccio io. Accanto in genere ci sono i mi, i re, minori anch’essi, i fa quando sono possibilista e mi lascio andare. Ad ogni modo questo non vuol dire che non sappia produrre dei do o dei sol, anzi. È che da un po’ di tempo tendo alla parte notturna e interiore degli eventi. Ma non è propriamente malinconia. È come una camminata tra i boschi. Consapevole che fuori c’è il mondo.

Patrick Gentile

 

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Una nostalgia

 

 

Mi sono svegliato con una nostalgia. Sarà che ieri sera al cinema ho visto “Perfetti sconosciuti”. Durante la proiezione ho pensato per tutto il tempo ai miei amici storici, quelli che ho incrociato secoli fa, quelli che ho sentito come la casa. E mi sono detto che la vita, vuoi o non vuoi, tende a separarti proprio dalle persone centrali. Sarebbe facile se dessi la colpa alle loro relazioni stabili, se intravedessi nelle loro compagne tante Yoko Ono, se li ammonissi per i figli che hanno messo al mondo e stanno crescendo, se polemizzassi per il lavoro che risucchia sia loro che me, se demonizzassi tutte le inevitabili fughe che li hanno spinti sempre un poco più in là, sempre leggermente più fuori dal raggio. Sarebbe facile snidare i capri espiatori. Loro farebbero altrettanto. Mi mortificherebbero: Patrick l’egoista, il saccente, lo spocchioso, l’avido, l’opportunista. E dopo staremmo un sacco di tempo a rimbrottarci l’un l’altro; è già accaduto, accadrebbe anche stavolta (che poi invece è il massimo: discutere coi propri amici, una cosa che fa sempre bene e rafforza). E poi ho ripensato a quando avevamo trenta, trentacinque anni e… Non lo so, eravamo adolescenti ancora. Trentacinquenni adolescenti. Dopo è scoppiato qualcosa. Ci siamo sganciati, siamo andati in orbita, loro da una parte e io dall’altra. Chi scrisse: l’amicizia non chiede che ci siano chissà quali interessi in comune ma, per sopravvivere alle frustate della vita, solo buona volontà? E sapete, è vero. Se una cosa dura alla fine è perché lo abbiamo voluto. Contro tutto il resto: il semplice come il difficile.

Patrick Gentile

 

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Intervista a Raffaele Lauro sui luoghi del romanzo “Dance The Love – Una Stella a Vico Equense”

 

 

“DANCE THE LOVE – UNA STELLA A VICO EQUENSE”. I LUOGHI AMATI DA VIOLETTA ELVIN NELLA TERRA DELLE SIRENE, OLTRE A VICO EQUENSE: MASSA LUBRENSE, SORRENTO, POSITANO (ISOLE LI GALLI) E CAPRI

Dopo la pubblicazione dell’intervista di Vincenzo Califano a Raffaele Lauro (leggi) sul terzo romanzo de “La Trilogia Sorrentina”, dal titolo “Dance The Love – Una Stella a Vico Equense”, dedicato alla grande danzatrice russa Violetta Elvin, nata Prokorova, vedova Savarese, in uscita nel prossimo luglio, con la notizia  della mia collaborazione alle ricerche storiche di quest’opera, sono stato investito, ieri, da decine di richieste di amici, cittadini e lettori, per svelare i luoghi più amati da Violetta Elvin, nella Terra delle Sirene. Lo faccio, intervistando l’autore, come mio personale omaggio a donna Violetta, dalla cui personalità sono rimasto incantato, fin dal primo incontro, come unico e silenzioso testimone (con il registratore!) delle conversazioni tra la grande artista e lo scrittore. Parto proprio dal mio paese, Massa Lubrense, per continuare, poi, con Sorrento, Positano e Capri.

 

35_1437084183_11Violetta Elvin nel salotto di casa, 2015
(Foto Michele Martucci)

 

D: Il radicamento affettivo di donna Violetta nella costiera sorrentino-amalfitana si limitava a Vico Equense, da Monte Faito alla Marina d’Aequa?

R: Il radicamento affettivo di Violetta Elvin non riguarda soltanto la costiera sorrentino-amalfitana, ma l’intera Italia, con il suo patrimonio di beni artistici, in particolare il Rinascimento, nutrito, fin dall’infanzia, a Mosca, dai racconti del padre, Vasilij Vasil’evič, coltivato da lei, nel corso delle tournèe, nei principali teatri italiani, in particolare a Firenze, e consolidato nei frequenti viaggi in tutto il nostro paese, con il marito Fernando Savarese, dopo l’abbandono delle scene. Naturalmente, Vico Equense occupa il posto centrale, per la scelta di vita fatta, ma l’amore di quest’artista straordinaria per la nostra terra si estende, per ragioni diverse, a Massa Lubrense, a Sorrento, a Positano e a Capri.

D: Massa Lubrense, il mio paese, è un arcipelago di luoghi meravigliosi. Quali di questi luoghi attraeva di più donna Violetta?

R: La Chiesa di Santa Maria della Neve, il luogo più amato da Violetta, sul piano dei ricordi, perché in quella chiesa fu celebrato, all’alba di un giorno meraviglioso, il suo matrimonio cattolico con Fernando. Perché nel cimitero di Santa Maria della Neve riposa, dopo la scomparsa, l’uomo della sua vita. La vita e l’amore, in un intreccio che spero i lettori apprezzeranno, esaltante una delle località, dal punto di vista paesaggistico, più spettacolari di Massa Lubrense.

 

santa-maria-della-neve-massa-lubrenseLa chiesa di Santa Maria della Neve a Massa Lubrense

 

D: Donna Violetta, in tanti anni, ha frequentato anche Sorrento. Esiste un posto della memoria che la leghi anche alla città del Tasso?

R: Il posto della memoria esiste ed è quello al quale fanno riferimento tutti i russi del passato, del presente, e, credo, del futuro, innamorati di Sorrento e della Penisola Sorrentina: il monumento-sepolcro, al cimitero comunale di Sorrento, che conserva le spoglie del pittore paesaggista russo Sil’vestr Feodosievič Ščedrin, che feci restaurare, da assessore alla Cultura di Sorrento, nei primi anni ’80. Ščedrin si innamorò dell’Italia, da bambino, a San Pietroburgo, attraverso i dipinti del Canaletto, esposti all’Hermitage. Soggiornò nel Bel Paese, a Venezia e a Roma, fino a quando, giunto a Napoli e, poi, a Sorrento, decise di rimanervi fino alla morte, alla giovane età di 39 anni. La sua tomba consta di un piccolo altare, sormontato da un arco, sotto il quale è stato posto un altorilievo di bronzo, raffigurante il pittore seduto, in posizione ricurva, con una tavolozza e dei pennelli nella mano sinistra e il braccio destro abbandonato verso il basso.

 

downloadLa tomba di Sil’vestr Ščedrin al Cimitero Comunale di Sorrento

 

D: Da Sorrento a Positano, cosa unisce donna Violetta a questa meravigliosa località della divina costiera e alle Isole Li Galli, che la fronteggiano?

R: A Positano e a Li Galli, entra in gioco la storia artistica di Violetta e la sua amicizia con il grande coreografo russo, Léonide Massine, che comprò gli “scogli” de Li Galli, nel 1924, dalla famiglia positanese dei Parlato, per 300.000 lire, intendendo farne un centro mondiale della danza. Il legame di Violetta con il celebre coreografo, interprete dei Balletti Russi di Sergej Djagilev, risale alla loro collaborazione, al Royal Ballet, per la rappresentazione de “Il cappello a tre punte” del coreografo Frederick Ashton. Nel mio romanzo descrivo una giornata trascorsa su Li Galli da Violetta con Massine e con Charles Forte, il grande imprenditore alberghiero italo-britannico. Una giornata piena di ricordi dei due artisti, dalla Scuola di Ballo del Teatro Bol’šoj, dalla quale entrambi erano usciti, alla loro collaborazione alla Royal Opera House di Covent Garden, sotto la direzione di Ninette de Valois.

 

MASSINE + Brigante 000133 (Copia) (2)Lèonide Massine a Li Galli (Foto Giulio Rispoli)

 

D: Al triangolo Vico Equense, Massa Lubrense e Positano non poteva mancare l’Isola di Capri.

R: Non poteva assolutamente mancare, perché Capri, con Sorrento, divenne il luogo di esilio e di soggiorno della colonia cultural-politica russa, che faceva capo allo scrittore Maksim Gor’kij e alla scuola bolscevica, frequentata anche da Lenin. Esiste una foto storica, sulla terrazza di Villa Blaesus, che ritrae proprio Gor’kij, mentre osserva Lenin e Aleksandr Bogdanov che giocano a scacchi. Quando la madre di Violetta, Irene, venne in viaggio in Italia, negli anni Sessanta, la figlia la condusse proprio a Capri, sui luoghi frequentati dai celebri artisti russi, nonché da coloro che sarebbero divenuti, in Russia, i capi della rivoluzione bolscevica, che abbatté il regime zarista.

 

Lenin_-_Bogdanov_-_GorkijBogdanov, Lenin e Gor’kij sulla terrazza di Villa Blaesus, a Capri, 1908

 

D: La vicenda di donna Violetta, dunque, attraversa, non solo i posti più belli della costiera sorrentino-amalfitana, ma anche la cultura e la storia di queste località?

Certamente. Violetta, come tutti gli inglesi, o naturalizzati inglesi, aveva letto “Siren Land” di Norman Douglas e, quindi, quando arrivò, per la prima volta, a Vico Equense, nel 1951, per un soggiorno di riposo di pochi giorni, alloggiando all’Hôtel Aequa, aveva già una conoscenza letteraria dei luoghi che sarebbero diventati, dal 1956 ad oggi, i percorsi della sua anima: Vico Equense, Sorrento, Massa Lubrense, Positano e Capri.

 

tumblr_m6dzzarSSe1qbwmhko1_500Violetta Elvin in una foto degli anni ’50

 

 

13 maggio 2016. Sant’Agata sui Due Golfi. Risto-Bar Centrale

 

 

Ciak, si legge! Settimo e ultimo appuntamento con la rassegna letteraria-cinematografica, organizzata dall’Associazione Giovanile “361°”. Dal romanzo di Elena Ferrante, “I giorni dell’abbandono” (2002), al film di Roberto Faenza, “I giorni dell’abbandono” (2005), con Margherita Buy, Luca Zingaretti e Goran Bregović.
Un filo tra i libri e il cinema, tra la letteratura e i grandi film. Un filo che lega tutta la serie di appuntamenti: si comincia con la proiezione di un film, tratto da un romanzo di successo e, in conclusione dello stesso appuntamento, sarà suggerito il libro da cui è tratta la pellicola presentata nel successivo. L’acquisto del libro, oggetto dell’incontro susseguente, sarà possibile alla fine di ogni appuntamento!
Conduzione e moderazione di Riccardo Piroddi. Letture di Rosaria Langellotto. Organizzazione generale e fotografie di Ilaria Ferraro, in collaborazione, per la parte tecnica, con i giovani dell’Officina “361°”.

 

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