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DEMOCRACY THROUGH POLITICS
A philosophical and historical inquiry

 

 

The work delves into the intricate relationship between politics, power, and democracy through an integration of political philosophy and the history of democratic thought. The text examines how various models of governance and power have shaped human societies from antiquity to the modern era, with a particular focus on the anthropological and social foundations of politics and the asymmetry of political power. Author investigates political power in relation to military power and the legitimation of political authority through laws, norms, and justice. Tracing a historical trajectory from fifth-century BC Athenian democracy to the challenges faced by democracy in the twentieth century, the book provides critical reflections on how democracy might adapt in response to the demands of a complex and rapidly changing world. The epilogue contemplates the death of Socrates as a symbol of the conflict between political power and moral integrity, linking historical-philosophical themes to the contemporary context.

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POLITICA E DEMOCRAZIA
Un’epitome filosofico-sociologica

 

 

Il volume presenta riflessioni schematiche sottese da un’intuizione di fondo sulla politica come esperienza e come concetto, che si qualifica in ragione della strutturale asimmetria introdotta dal potere fra i due soggetti – chi comanda e chi obbedisce – di questa specifica relazione sociale: diseguaglianza di posizione (o oggettiva), sulla base di una uguaglianza di fondo (o soggettiva in senso ontologico). Una concezione della politica che rimanda a una più generale antropologia, ovvero a una concezione dell’uomo da cui discendono le caratteristiche della politica stessa (consenso/dissenso, condivisione/divisione, ordine/disordine, pace/guerra, autorità/ effettività-coercizione, più in generale razionalità/volontarietà). Evitando un’impostazione astrattamente teorica, queste pagine si fanno carico anche delle profonde e vaste trasformazioni storico-politiche, tutt’ora in corso, di cui sono state e sono testimoni le generazioni che dal XX secolo si sono affacciate, quando non vi sono nate, nel XXI.

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A BRIEF HISTORY OF WESTERN POLITICAL THOUGHT
Eurilink University Press, 2022

 

 

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This handbook traces the history of Western political thought, from its origins in ancient Greece to contemporary political thinkers. Author exposes the main political theories occurred over time, drawing them directly from the works of philosophers and political scientists. A useful introductory tool to the study of political thought.

 

 

 

La Letteratura Italiana – Dalle origini al primo Novecento

 

 

Il volume, ideato per quanti intendono approfondire uno dei più grandi patrimoni morali della nostra cultura nazionale, raccoglie e sistematizza i materiali utilizzati dall’autore nel programma radiofonico “Letteratura senza tempo”, andato in onda tra il 2021 e il 2022 su Voce Amica Italia Web Radio Tv. Un percorso che prende avvio dalle prime testimonianze scritte in italiano (X secolo) fino ai movimenti letterari del primo Novecento, condotto con brio e molta ironia, in modo immediato e accattivante ma, allo stesso tempo, rigoroso per quel che concerne la trattazione degli autori e degli argomenti critici”. Un ottimo strumento per la comprensione della materia e introduttivo a studi più approfonditi.

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Democrazia e libertà in pericolo.
L’attualità assoluta del pensiero politico di Spinoza
nel nuovo saggio di Riccardo Piroddi

 

di

Raffaele Lauro

 

 

1. Che le democrazie, presidenziali, semipresidenziali e parlamentari, siano in pericolo e che la libertà di pensiero e di parola sia minacciata non solo nei risorgenti regimi totalitari, militari o paraideologici, e nelle autocrazie personali, sempre più minacciosamente in espansione, ma persino nei regimi pseudodemocratici e paracostituzionali, risulta testimoniato, in questo tormentato esordio del terzo millennio, dalla cronaca quotidiana, sempre più drammatica. Sarebbe lungo, in questa sede, fare un elenco delle persecuzioni, degli imprigionamenti strumentali e degli omicidi politici di chiunque, sia esso un esponente della stampa, di un movimento o un semplice cittadino, diventato una vittima sacrificale per aver osato esprimere la propria critica legittima, forte e determinata, verso un potere politico, sempre più intollerante, ottuso e violento nella difesa del proprio status governante, dei propri privilegi e delle proprie corruttele sistemiche! Una difesa, di frequente, ammantata di disvalori, ben propagandati, di patriottismo, di sovranismo, di nazionalismo e di efficientismo, nonché disseminata di persecuzioni verso minoranze di razza, di religione e di genere, presentate come una minaccia, interna o esterna, alla rispettiva identità di popolo. Come nel triste passato, ma con una insidia in più, più potente e sofisticata: gli strumenti di comunicazioni di massa, trasformati da veicoli di libertà in mezzi di manipolazione delle coscienze e di subdola propaganda, attraverso notizie false, atte anche a subornare il libero esercizio del diritto di voto, laddove ancora garantito. Il passo verso nuovi imperialismi, regionali o globali, è breve e il precipizio, se nulla cambia, verso nuovi conflitti, tra le grandi potenze, conflitti senza ritorno, non lontano. Ciò che più colpisce e amareggia, tuttavia, appare l’indifferenza generale, generata anche dall’impotenza di quelle organizzazioni internazionali, poste, dopo il secondo conflitto mondiale, a presidio della libertà e della pace. Che si levi ancora, in questi tempi perigliosi, qualche voce solitaria, nel campo della speculazione scientifica, con il ritorno alla lezione, sempre attuale, dei grandi maestri del pensiero politico moderno, sulla libertà di pensiero e di azione, come finalità suprema del potere costituito e dello Stato, non solo conforta, ma assume un significato che va oltre la testimonianza culturale personale e assume un particolare significato, un senso di residua speranza.
 
2. “Che senso può avere una ricerca su Spinoza alla fine del secondo decennio del secolo XXI?”, si chiede, infatti, Claudio Vasale, eminente studioso di dottrine politiche, nella prefazione al volume di Riccardo Piroddi, “Baruch Spinoza: Politica, Libertà. Un compendio”, di recente pubblicato da Eurilink University Press, casa editrice dell’Università degli Studi “Link Campus University” di Roma, dove Piroddi è docente di Storia del pensiero politico. Domanda lecita, se si tiene presente l’interesse per il filosofo olandese, testimoniato dalla traduzione delle sue opere in italiano intorno agli anni ’70 del secolo scorso e “sollecitato – aggiunge Vasale – dal dibattito sul processo di razionalizzazione e di secolarizzazione che finì per investire il costume e, in genere, la vita quotidiana dopo lo slancio impresso dalla ‘ripartenza’, segnata dal ‘miracolo economico’ e politico”. Il saggio di Piroddi, giustamente sottotitolato “compendio”, considerata la mole e il portato del pensiero politico di Spinoza (1632-1677), si propone di esaminare il concetto di libertà, da porsi in due ambiti, quello religioso e quello civile, ritenuta dal filosofo necessaria, prima che utile, alla vita dell’uomo, come singolo e in società. L’Autore si è dedicato a questa indagine rapportandosi costantemente con il filosofo, con la sua esistenza, con il suo modo di sentire e con le sue opere, esponendone i contenuti con chiarezza, per proposizioni e dimostrazioni, strumenti propri dell’originale argomentare spinoziano. Ha inteso “conversare”, principalmente, con l’“Ethica dimostrata secondo l’ordine geometrico”, con il “Trattato teologico-politico” e con il “Trattato politico”. Per comprovare il bisogno e l’efficacia della libertà (non soltanto nell’ambito della dottrina spinoziana!), ha trattato delle passioni umane e della schiavitù alla quale queste riducono l’uomo non guidato dalla ragione; della potenza della superstizione religiosa, che rende l’uomo ignorante una marionetta nelle mani dei pregiudizi dei teologi e dell’intolleranza delle autorità ecclesiastiche, e del processo di purificazione che ne conduce all’affrancamento; della certezza che in uno Stato, retto da princìpi conformi alla ragione, la libertà sia necessaria alla conservazione di esso e all’esistenza dei cittadini e, infine, che sia “lecito a chiunque di pensare quello che vuole e di dire quello che pensa”, come recita il sottotitolo del capitolo XX del “Trattato teologico-politico”. Proprio su questo ultimo punto, anche per dare risposta alla domanda posta da Vasale, è d’uopo soffermarsi, dialogando direttamente con l’Autore, il quale, riportando quanto sostiene Spinoza, scrive che il diritto naturale individuale non sia mai del tutto alienabile dalla suprema autorità e tra i diritti inalienabili, ossia quelli che, se tolti, viene meno la stessa natura umana, vi sia quello di pensare e di giudicare secondo il proprio modo di sentire e di dire quello che si pensa. Ma, poiché con i pensieri e, soprattutto con le parole, si può ledere la pubblica utilità, è necessario stabilire i limiti della libertà che a ciascuno può essere concessa. Per garantire la libertà è necessario che ciascuno rinunci al diritto di agire contro le sovrane podestà. Tuttavia, è lecito, comunque a ciascuno, senza lederne il diritto, pensare e giudicare e, quindi, anche parlare, contro i loro decreti, a patto che questi parli e insegni soltanto. Il secondo limite che il filosofo impone alla libertà di pensiero e di parola consiste nel fatto che non si professino idee dalle quali possa derivare immediatamente la rottura del patto sociale. Stanti queste due condizioni, può e deve essere riconosciuto a tutti il diritto naturale di pensare e di dire liberamente ciò che si vuole, per la stessa sicurezza dello Stato e della religione. Non vi è nulla di più sicuro per lo Stato del fatto che la pietà e la religione consistano esclusivamente nell’esercizio della giustizia e della carità, che il diritto delle supreme autorità, sia in materia religiosa che in quella civile, venga limitato alle azioni e che, dunque, sia consentito a ciascun cittadino, non solo di pensare tutto ciò che vuole ma di dire tutto ciò che pensa! Il fine ultimo dello Stato, dunque, è la libertà.
 
3. Ecco, quindi, perché ha certamente senso una ricerca su Spinoza oggi, per la forza del messaggio, lanciato 350 anni fa, ma sempre attuale. Nel nostro mondo occidentale, almeno da settant’anni, gli Stati hanno fondato la loro essenza sulla libertà, garantendola alla maggior parte dei cittadini. Eppure, in un mondo nel quale un po’ dovunque il danaro ha rubato il posto alla coscienza, dove ancora si muovono guerre a popoli ignari delle perverse logiche del potere e nel quale, col paravento della religione, si mascherano sordidi interessi, questa nostra civiltà mostra tutti i suoi grandi limiti. Proprio, quindi, per tentare di valicare questi limiti e per dare giovamento alla società civile, Spinoza viene in soccorso, soprattutto per la grande lezione che ha lasciato alla posterità: esempio impeccabile di tolleranza e di rispetto, teorico del diritto alla libertà di pensiero e di parola, seppure, comunque, conscio delle limitazioni di questa. Come il filosofo Gotthold Ephraim Lessing, nel 1781, il quale, in punto di morte proclamò la sua dichiarazione di spinozismo, anche Piroddi, in conclusione del saggio, raccogliendo il lascito spinoziano, dichiara: “Scelsi, nell’irruenza che caratterizza gli anni giovanili, il partito di Spinoza, il partito della vera libertà, fondata sul rispetto, sulla tolleranza, sul fatto che l’altro possa essere “mihi Deus”. Scelsi anche di combattere la mia rivoluzione correndo pubblicamente il rischio dell’intelligĕre. Quell’intelligĕre che mi ha portato e che mi porta a tentare di comprendere le azioni degli uomini e non a giudicarle, quell’intelligĕre che mi ha fatto soffrire e che mi fa soffrire, ma capire, quanti insultano le mie idee perché differenti dalle loro, quell’intelligĕre che mi ha rattristato e che mi rattrista ma mi lascia comprendere quanti mi emarginano, perché non credo in ciò in cui essi credono. Oggi, dopo vent’anni, le mie bandiere recano ancora l’effige di Spinoza e la tessera del mio partito la sua firma. Oggi, dopo vent’anni, ancora scelgo, quotidianamente, l’intelligĕre e la libertà!”. Queste parole rappresentano lo spirito che anima il saggio e sono la chiara cifra della grandezza imperitura del pensiero di Baruch Spinoza!
 
4. Una lezione di imperitura attualità, ma vitale in tempi, come i nostri, nei quali le democrazie sono in pericolo, le intolleranze appaiono crescenti e la libertà di ciascun cittadino del mondo “di pensare tutto ciò che vuole e di dire ciò che pensa” risulta minacciata, concussa e, non di rado, pagata a prezzo della propria vita.

 

Raffaele Lauro e Riccardo Piroddi (2015)

 

 

 

 

I Folengo nella Terra delle Sirene

 

 

Le giornate di studio “I Folengo nella Terra delle Sirene” nascono dall’impegno e dalla tenacia profusi da Stefano Ruocco e da Sergio e Nelly Brusadin, rispettivamente presidente della sede dell’Archeoclub d’Italia di Massa Lubrense (NA) e membri dell’Associazione Internazionale per gli Studi Folenghiani “Amici di Merlin Cocai”. Queste due Associazioni, seppur con mission apparentemente diverse, hanno trovato nei fratelli Folengo, che hanno soggiornato presso l’abbazia benedettina di Crapolla (in Massa Lubrense) tra il 1530 e il 1533, un punto d’incontro di fondamentale importanza per lo sviluppo degli studi intorno a tale avvenimento.
I contributi proposti in questa pubblicazione, curata da Valerio Terrecuso, rispecchiano fedelmente gli incontri nell’ambito della succitata giornata di studio (Massa Lubrense, 26 maggio 2018) e del convegno svoltosi a Ischia il giorno precedente, in occasione della visita dell’isola da parte degli “Amici di Merlin Cocai”, guidati dal presidente Otello Fabris.
Come accennato, iI fil rouge dei contributi qui proposti è il periodo di permanenza di Teofilo e di Giambattista Folengo in Campania, che molto ha influito sulla produzione letteraria successiva dei due fratelli monaci.

Per avere il volume, si può contattare l’Archeoclub di Massa Lubrense, inviando un messaggio tramite Facebook (https://m.facebook.com/archeolubrense/) oppure via e-mail (archeolubrense@gmail.com).

 

 

 

Mosca e Vico Equense. Nella prossima opera dello scrittore, saggista e giornalista russo, Anatoly Voronin, sarà dedicato un ampio omaggio alla danzatrice Violetta Elvin Prokhorova e a Vico Equense, tratto dal romanzo biografico di Raffaele Lauro “Dance The Love”. Le anticipazioni nel prossimo luglio

 

 

 

Nella prossima opera dello scrittore, saggista e giornalista russo Anatoly Voronin, sarà dedicato un ampio omaggio alla famosa danzatrice Violetta Elvin Prokhorova e alle bellezze naturali di Vico Equense, dove la grande artista, vedova Savarese, oggi 98 anni, dimora, nel Palazzo Savarese del suo compianto e amatissimo marito Fernando. L’omaggio sarà tratto dal romanzo biografico dello scrittore sorrentino Raffaele Lauro, “Dance The Love – Una Stella a Vico Equense”, pubblicato nel 2016, per le Edizioni GoldenGate di Roma. Il romanzo ripercorre tutta la parabola artistica di Violetta, dall’infanzia alla scuola di balletto del Bolshoi, da Mosca ai trionfi di Londra, nel Royal Ballet dell’Opera House di Covent Garden, fino all’approdo, per la scelta sentimentale, a Vico Equense. Una storia di bellezza, di arte e di amore, che ha affascinato Voronin e arriverà al pubblico moscovita e a livello internazionale. Nella corrispondenza intercorsa tra i due scrittori, Voronin tratteggia l’artista e la donna: “Send my warmest wishes to Donna Violetta, she is a wonderful woman. I was deeply impressed by her interview on Russian television”.

 

 

Violetta Elvin e Raffaele Lauro a Vico Equense (2016)

 

Violetta Elvin e Riccardo Piroddi a Vico Equense (2016)

 

 

 

 

Baruch Spinoza: Politica, Libertà. Un compendio

 

 

 

Finalmente è stato pubblicato!
Voglio raccontarvi una storia. Quando in casa editrice giunsero le prenotazioni del volume dalle librerie, sorpreso per l’alto numero delle stesse, non pensai affatto a me come autore ma piuttosto che, a circa 350 anni dalla morte, Spinoza avesse ancora un forte appeal editoriale.
Riguardo questo mio ultimo libro, non mi attribuisco particolari meriti: non quelli dello studioso e neppure quelli del divulgatore.
Una presunzione, però, la ho, sì! Quella di aver dimostrato, attraverso la meditazione delle dottrine di Spinoza, l’esistenza della via di uscita dalla melma politica nella quale è caduta, con l’Italia in testa, tutta la civiltà occidentale, ormai preda, fin dal basso, dell’odio verso l’acerrimo nemico politico e della supponenza di certune parti che si credono uniche depositarie di verità assolute espresse in cabina elettorale. Ecco ciò che contiene questo volume.
Preferite, quindi, rimanere a rigirarvi nel loto politico italiano o provare a percorrerne la via d’uscita? Un tentativo che vale il prezzo di copertina!

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Baruch Spinoza: Politica, Libertà.
Un compendio

 

 

Prefazione di Claudio Vasale
Con uno scritto di Marco Emanuele

In uscita a ottobre 2020 per Eurilink University Press

 

Il volume si propone di esaminare, in costante dialogo con tre opere spinoziane (l’Ethica ordine geometrico demonstrata, il Trattato teologico-politico e il Trattato politico), l’idea di libertà nella filosofia di Baruch Spinoza, negli ambiti religioso e, soprattutto, politico-civile. La necessità e l’utilità della libertà è comprovata attraverso: l’analisi delle passioni umane e della schiavitù in cui riducono l’uomo non guidato dalla ragione; la dimostrazione della potenza della superstizione religiosa, che rende l’uomo ignorante una marionetta nelle mani dei pregiudizi dei teologi e dell’intolleranza delle autorità ecclesiastiche; l’indicazione del processo di purificazione che conduce all’affrancamento da questa; la prova della certezza che in uno Stato, retto da princìpi conformi alla ragione, la libertà sia necessaria alla conservazione di esso e all’esistenza dei cittadini e, infine, che sia lecito a chiunque pensare ciò che vuole e dire ciò che pensa. Un saggio che testimonia anche l’attualità del pensiero di Spinoza in un’epoca in cui gli Stati, troppo spesso soltanto apparentemente, fondano sulla Libertà i propri ordinamenti.