Archivi categoria: Editoria

I vincoli e l’infinito.
L’ermetismo magico di Giordano Bruno

 

 

 

In questo saggio, appena pubblicato da HARbif Editore, analizzo come Giordano Bruno abbia rielaborato la tradizione ermetico-filosofica tardo-antica e rinascimentale per costruire una visione radicalmente innovativa dell’universo, dell’uomo e della conoscenza. Bruno interpretava l’universo come infinito, vivente e divino, e l’essere umano come microcosmo capace di agire su di esso tramite immaginazione, memoria simbolica e magia naturale. Al cuore della sua visione è il concetto di vincolo, forza invisibile che lega ogni cosa: conoscerlo significa accedere a un sapere trasformativo, operativo e politico. La magia bruniana, lontana da ogni superstizione, diventa una via per la conoscenza attiva e per la liberazione dell’intelletto. Bruno rivoluzionò l’ermetismo rinascimentale, fondendo filosofia, scienza e spiritualità in una visione unitaria, ancora oggi carica di forza critica e ispiratrice.

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Il libro che parlava agli occhi

L’universo della Bibbia di Winchester

 

 

 

 

La Bibbia di Winchester è uno dei più straordinari manufatti della cultura medievale europea. Realizzata nel XII secolo, è un monumentum dell’arte romanica e un esempio della centralità che il testo sacro ebbe nel pensiero, nell’arte e nella politica del Medioevo. È un’opera colossale che parla di fede, potere, estetica e conoscenza. La Bibbia di Winchester fu creata tra il 1160 e il 1175 nell’abbazia di Winchester, uno dei centri religiosi più influenti dell’Inghilterra normanna. A quel tempo, Winchester era sede di una delle diocesi più potenti del regno e l’abbazia era un punto di riferimento per l’intellettualità monastica. Il progetto della Bibbia va compreso all’interno di un’epoca in cui la produzione libraria stava attraversando una fase di trasformazione profonda: lo scriptorium monastico non era più solo un laboratorio di copiatura ma un centro di elaborazione culturale, teologica e artistica. Questa Bibbia fu probabilmente commissionata da Enrico di Blois, vescovo di Winchester e fratello del re d’Inghilterra Stefano. La sua realizzazione durò molti anni e coinvolse diversi artisti e copisti, a dimostrazione della sua importanza e complessità.
La Bibbia di Winchester è un manoscritto monumentale, sia per formato che per ambizione. Composta originariamente di almeno quattro volumi (oggi ne restano solo due, conservati nella cattedrale di Winchester e in altre collezioni), era pensata per contenere l’intero testo della Vulgata, la traduzione latina della Bibbia utilizzata ufficialmente dalla Chiesa cattolica. Ogni pagina è alta oltre 50 cm, scritta in una minuscola carolina precisa e leggibile, con colonne larghe e margini decorati. La struttura è ordinata ma dinamica, pensata per guidare il lettore attraverso il testo sacro con strumenti visivi e calligrafici.


Uno degli aspetti più sorprendenti della Bibbia di Winchester è la sua decorazione. Le miniature che accompagnano il testo sono un capolavoro dell’arte romanica inglese. Realizzate da più mani, le immagini riflettono influenze continentali (soprattutto francesi e italiane) ma anche elementi locali. Le figure sono robuste, stilizzate, spesso drammatiche nei gesti e nelle espressioni. Le scene bibliche sono rappresentate con vivacità narrativa, e talvolta con un certo gusto teatrale. I capilettera istoriati sono veri e propri microcosmi illustrativi: racchiudono figure, episodi e simboli che condensano interi brani in una singola lettera. Colori vividi, sfondi dorati, tratti decisi: ogni dettaglio serve a rendere il testo un’esperienza visiva, oltre che spirituale.
La Bibbia di Winchester non era un libro da lettura quotidiana. Le sue dimensioni, il suo valore artistico e il contesto in cui fu prodotta suggeriscono che si trattasse di un oggetto cerimoniale, destinato a essere esposto in occasioni solenni. Era, in sostanza, un simbolo di autorità e di potere spirituale. Ma anche uno strumento di meditazione visiva: attraverso le immagini e la magnificenza del manoscritto, il lettore (o lo spettatore) era invitato a contemplare la grandezza della Parola divina. Era anche, senza dubbio, un’affermazione politica. Possedere un simile oggetto implicava un’enorme disponibilità economica e un legame profondo con la Chiesa. Per un vescovo o un’abbazia, una Bibbia come questa rappresentava uno strumento di legittimazione, una dichiarazione visiva della propria centralità nel tessuto ecclesiastico e sociale dell’epoca.
Oggi la Bibbia di Winchester è conservata in parte presso la Cattedrale di Winchester e in parte in collezioni come quella della British Library. Solo una frazione dell’opera originale è giunta fino a noi, ma quel che rimane basta per renderla uno dei più preziosi esempi di manoscritto miniato romanico in Europa.
Nel corso del Novecento e del nuovo millennio, il manoscritto è stato oggetto di numerosi studi. Storici dell’arte, paleografi, teologi e conservatori hanno lavorato per comprendere la sua genesi, i suoi autori, le sue influenze iconografiche e le sue funzioni. Le analisi hanno rivelato dettagli affascinanti: correzioni marginali, tracce di pentimenti degli artisti, indizi sulla collaborazione tra più scrivani e miniatori. Oggi, con l’uso della tecnologia digitale, molte parti della Bibbia di Winchester sono consultabili online, rendendo accessibile a studiosi e curiosi un tesoro che per secoli è rimasto riservato a pochi eletti.

 

 

 

 

 

Quaestiones ad omnia. I quodlibeta nella cultura
e nella scolastica medievale

 

 

 

 

In questo mio ultimo saggio, appena pubblicato da HARbif Editore, ho esaminato una delle pratiche più affascinanti della cultura medievale: la disputa quodlibetica, nata nelle università del XIII secolo, in cui i maestri rispondevano a domande libere su qualsiasi tema. Ho mostrato come i quodlibeta non fossero esercizi aridi ma momenti di grande vivacità culturale, capaci di unire rigore logico e apertura intellettuale, riflettendo l’energia creativa di un Medioevo spesso ingiustamente ritenuto “oscuro”. Ho ricostruito la storia, la struttura e l’eredità di queste dispute, mettendo in luce anche la loro attualità come modello di dialogo critico e interdisciplinare.

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La comunicazione politica nell’era
delle nuove tecnologie e dell’AI

 

 

 

 

In questa mia ultimissima pubblicazione, intitolata “La comunicazione politica nell’era delle nuove tecnologie e dell’AI”, Eurilink University Press, con la prefazione di Raffaele Lauro, analizzo l’evoluzione della comunicazione politica nell’era delle nuove tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale, esaminando come queste abbiano trasformato il panorama della comunicazione pubblica. Attraverso un’approfondita ricerca teorica ed esempi pratici, illustro il passaggio dalla comunicazione mediata dai mass media tradizionali a una dinamica, interattiva e digitale, dove il web gioca un ruolo centrale. Ho discusso i cambiamenti nei metodi di costruzione del consenso, l’importanza del dialogo diretto tra politici e cittadini e il potenziale delle piattaforme social digitali nel ridisegnare le strategie di comunicazione. Sottolineo anche come una efficace comunicazione politica, oggi, richieda non solo la padronanza degli strumenti digitali, specialmente dell’AI, ma anche una nuova sensibilità verso le esigenze di un elettorato sempre più informato e partecipativo.

 

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A Brief History of Western Political Thought

New Edition, 2024

 

 

 

This handbook traces the history of Western political thought, from its origins in ancient Greece to contemporary political thinkers. Author exposes the main political theories occurred over time, drawing them directly from the works of philosophers and political scientists. A useful introductory tool to the study of political thought.

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Come salvarsi dal labirinto reale di Borges

di

Francesco Longo

 

“Vedrà, vedrà. Qualcuno ogni tanto si perde. E non si può neanche telefonare e dire: mi sono perso al bar. Perché dentro, come punto di riferimento, non c’è neanche la capanna di Tarzan. Ma è questo il divertimento, no? Io non ci sono ancora stato ma la mia famiglia sì. È un capolavoro. Ci hanno messo quindici anni a costruirlo”.
“Quindici anni?”.
“Be, non so. Ma più o meno”…

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Jorge Luis Borges