Archivio mensile:Marzo 2019

Il lavapiedi di Amasi

 

 

Detronizzato Aprieo, governò Amasi, originario del nomo di Sais e più precisamente della città di Siuf. In un primo momento gli Egiziani disprezzavano Amasi e non lo stimavano affatto, in quanto era del popolo e non di una casata illustre; ma poi Amasi, con accortezza e prudenza, riuscì a guadagnarsi il loro favore. Possedeva una enorme quantità di oggetti preziosi: fra gli altri un bacile d’oro nel quale lui e tutti i suoi invitati erano soliti lavarsi i piedi in ogni circostanza; egli lo ridusse a pezzi per ricavarne la statua di un dio, collocata poi nel punto più adatto della città; e gli Egiziani vi si affollavano attorno con grande venerazione; Amasi, informato del comportamento dei suoi sudditi, li convocò e rivelò loro che l’immagine era stata fabbricata con un bacile e che ora gli Egiziani veneravano con profonda devozione un oggetto in cui si erano lavati i piedi e avevano vomitato e orinato. Seguitò dicendo che lui si era trovato in una situazione paragonabile a quella del catino: se prima era uno del popolo ora invece era il loro sovrano e perciò li esortava a rispettarlo e a onorarlo. In questo modo si guadagnò la stima degli Egiziani, che accettarono di essere suoi sudditi.

(Erodoto, Storie, II, 172)

Questo passo erodoteo è ancora attuale e spiega bene l’atteggiamento di molti nei confronti del potere!

 

 

 

 

 

Sinestesie

 

 

 

Tu sei sfuggente confessione di delicatezza,
il mio dolce risveglio abbandonato.
Sei pioggia di luce che mi schiude le mani.
Sei liquore che scorre tra le parole,
sapore che luccica,
melodia che mi risuona negli occhi.
Sei splendore abbronzato e rovente,
sei rimorso assordante,
sei notte di tacite stelle.
Sei pensiero di piombo pesante,
battere d’ali alluso di farfalla.
Sei sorriso amarognolo
e nebbia di tocco mielato.
Sei alba fragrante,
sguardo di labbra taglienti.
Sei fiore di voce,
vela malinconica della mente.
Tu sei sottile confine,
il mio confine sottile tra il sogno e la carne.

 

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Con gli occhi chiusi: Federigo Tozzi e la sofferenza del mondo moderno

 

di

Mattia Bonasia

 

 

C’è dell’autobiografismo in ogni opera di Federigo Tozzi. Ma forse è proprio in Con gli occhi chiusi (1919), il romanzo che l’ha accompagnato per una vita, l’opera nella quale riusciamo ad apprezzare al meglio il vero Tozzi, dallo stile alle tematiche affrontate…

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Federigo Tozzi (1883-1920)