Trincee

 

Ciascuno fabbrica il proprio reticolato, la propria trincea, il proprio guscio, la propria linotipia. E lo fa col gramo vocabolario di cui dispone, servendosi delle misere seppur fondamentali verità che ha via via incamerato, consapevole solo in parte dei materiali che ha scelto, dei lemmi che giorno dopo giorno ha perso mentre era intento a costruire il proprio bunker. Già, perché ciascuno edifica bunker, piccoli orci nei quali raggomitolarsi e finalmente dormire. Ignorando il vento e le grandi mutazioni che pur seguitano ad avvenire fuori dalla nostra orizzontalità sterminata. Ma appunto ciascuno si arrabatta come può pur di non affondare nella melma che gli ribolle e rantola sotto i piedi. Ciascuno ha pochi spuntoni nella propria bisaccia, molti dei quali sono già stati lanciati a vuoto e la dotazione ha una scadenza. Ciascuno lavora ad arredare la propria cella, non sa cos’altro fare, non può osare di più. Ciascuno riempie il proprio cruciverba come meglio gli riesce, e poi, nel buio dello sconforto, spesso si affaccia dalla prima bocca di lupo che avvista.

Patrick Gentile

 

trince-neve

 

 

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